Archive for 2012
sabato 10 novembre 2012 § 0
" La volontà da una parte, l'amore dalla parte opposta. Io ti amo involontariamente. "
(cit.)
martedì 23 ottobre 2012 § 0
In ogni parte, malgrado tu fossi interamente ignudo o interamente coperto
o interamente pazzo, io ti ho visto salire le colline della mia
origine e non so da vera innamorata qual sono come tu
faccia a conoscermi e chi ti abbia messo dentro di me.
(Alda Merini, Mistica d'amore)
venerdì 19 ottobre 2012 § 0
Come un crudo bozzolo
mi allungo
mi distendo
mi assecondo
Invasivo ammanco di miele
e indaco
chiedi che io ti
lasci morire
raggomitolato
divincolato.
Tu sei
Tu sei
Zampilli d'inquietudine e
ombra
Cervo d'inverno
ti accucci al mio
gelo
di bambina perduta.
domenica 14 ottobre 2012 § 0
Biascica arcuato
mattini piagati al sapore di assenzio
ma scorre, seguendo
il vecchio bugiardo
e scortica l'ansiosa
vergogna di un ramo scalfito
sputando fragori e rimpianti
sputando fragori e rimpianti
se scivola incauto su
meschini chiarori d'alloro
cuciti, annebbiati, ridenti vaneggi
cuciti, annebbiati, ridenti vaneggi
e aspetta, corrotto
la sua venere morta
ma scorre, seguendo
eclissi d'incanto,
lo sguardo bambino
accucciato
su morbide dune macchiate
da gracili assenzi, non nuoce
il silenzio di un fermo grigiore
incolume
scopre incroci in divenire
scopre incroci in divenire
Rompe il gesto
un uomo fatto
sdrucito, assolto
audace fantoccio
e ristagna
arioso il suo ansimare.
e ristagna
arioso il suo ansimare.
mercoledì 10 ottobre 2012 § 0
Sei tornato
e ciò
inspiegabilmente
irrazionalmente
inaspettatamente
mi riempie di gioia
ti guardo soffrire
distillare lacrime
in pillole di poesia
disciolta
per stolti
ingrata
immeritata
Ma sei tornato
Ruvido e incolto
stanco
mistico e incupito
corrucciato
lacrimato
Ma
sei tornato.
sabato 6 ottobre 2012 § 0
Tu vivi per ballare sei in cerca dell'amore
ma quale, quale amore ancora non lo sai.
Lucio Battisti - Una
Lucio Battisti - Una
lunedì 1 ottobre 2012 § 0
Si può essere felici a dismisura,
intorpiditi dalla felicità
amalgamati.
Nel sogno che incede
in pienezza
latente, irrorato
da oppresse lacune
come piume portate
dal vento
e incastrate.
Si può incorrere in attimi
di sorprendente
metafisica bislacca
di stranezza appagante e mite,
morbida luce di una sera d'altri spazi.
Un uomo bambino
e il suo io intenso.
Cercare la rima
spostare la riga.
Palmo a palmo,
anima ad anima,
sospesi su un filo
di trame poetiche,
Bagnati da lerci guizzi,
disperati aneliti
famelici,
andiamo sorgendo
dormendo
arroventati, miseri.
Cercami ancora
dove mi hai lasciata,
sulla pietra di ametista
puntellata di spine ritorte
cruenta
salvifica.
Cucimi addosso
il tuo dolore incompiuto
che io possa amarlo
e cullarlo.
Riempimi dove manco
di marcio e di sangue
scrivimi
indagami
rovistami.
lunedì 17 settembre 2012 § 0
Quanto basta per riprendersi
il nostro filo ingarbugliato
le nostre storie non raccontate
quanto basta perché lunghi anni
possano diventare ricordi e nuove
forme d'essere
quanto basta per essere
ancora noi?
quanto basta per
non scendere a compromessi?
per dare un nome a quei fiori
indiscreti e timidi?
quanto basta per cancellare
le mie paure
e soprattutto le tue?
basta se mi dici
che non sei intero senza me
basta se insieme
tralasciamo
indulgenti kilometri
di attimi taciuti
venuti fuori come
un'onda di primo Settembre
Rimane l'incongruo
sciogliersi di un tremore indeciso
e
rimane quel senso di appartenenza
che sopito
aspettava di mischiarsi
al presente
e scavando
e sciogliendo
costruire
ancora.
basta dirmi
tuo
ora e sempre
basta non fermarti,
basta continuare
a dirlo
ora e sempre.
Play (All I Need - Awolnation)
venerdì 14 settembre 2012 § 0
Play (Ayub Ogada - Kothbiro)
Ti ricordi quei giorni?
I tuoi occhi si incupivano, il tuo viso si arrossava
e ti stringevi a me nella mia stanza, quasi un respiro
poi mi dicesti: - Basta, perchè non voglio guardarti,
perchè ho paura d'amarti.
E dicesti, e dicesti, e dicesti...
Le tue parole quasi io non ricordo più, ma nemmeno tu ricordi niente.
I tuoi occhi si incupivano, il tuo viso si arrossava
e ti stringevi a me nella mia stanza, quasi un respiro
poi mi dicesti: - Basta, perchè non voglio guardarti,
perchè ho paura d'amarti.
E dicesti, e dicesti, e dicesti...
Le tue parole quasi io non ricordo più, ma nemmeno tu ricordi niente.
[Francesco Guccini, Ti ricordi quei giorni]
lunedì 11 giugno 2012 § 0
Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
Succhiante minerali e amore materno
Così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un’aiuola
ultradipinta che susciti gridi di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
E la cima d’un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia.
Stasera all’infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo, ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto –
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo e io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resterò sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
Sylvia Plath
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
Succhiante minerali e amore materno
Così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un’aiuola
ultradipinta che susciti gridi di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
E la cima d’un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia.
Stasera all’infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo, ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto –
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo e io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resterò sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
Sylvia Plath
Ci sono momenti di estrema e
assoluta felicità
inesprimibili
inconfessabili
se non al più intimo
io purpureo
Distillando lacrime
di gioia
abbraccio la notte
che porta
dolcissima attesa
promessa
accennata
profondamente mia.
Non devo che a me stessa
e ad un'anima intrisa di pene
e fantasmi spalmati
su duro intonaco
macchiato d'eterno,
il luccichìo inespresso
che serbo incantata
stupefatta e impastata
di luce caduta e raccolta.
Ma anche ad un sogno
di un uomo
instancato e partecipe
di tanta bellezza.
Spingersi sul baratro
dell'incerto
intingere d'inchiostro
dita di ingenuo
e incolto pensiero
Vibrare sul filo
di scoperte e sussurri
Destino e parvenza
muscoli e ciglia
pelle tesa a sentire
il lamento vicino di un loco
de tierra
Immaginifico sogno
mi culla nel buio
Non è amore
né corpo
né sangue di uomo
ma schivo contorno
di poesia scoperta,
abbracciata.
Respiro un profumo
pensandolo negato
e non mi curo della forma
ma brindo a me stessa.
Ho bisogno stasera di essere felice come solo una felicità che proviene dal proprio io può essere intensa e magnifica.
Sublimi minuti di spasmodica attesa mi hanno ripagata con lettere che prendevano forma come nei miei sogni più irreali,irrazionali e inaspettati.
Mi è stata donata stasera la forza che da tempo cercavo tra le braccia di uomini e bambini, quella che non sapevo potevo trovare solo nel più intimo dei miei pensieri.
Riscopro cosa significa sentir scendere una lacrima di fierezza, non dovuta, non ringraziata.
Attraverso parole che non speravo di poter un giorno leggere mi è stato donato un coraggio che non ha pari,un'intenso esempio di sublime, un lucente dono di impossibile.
Non sembra vero poter sperare tanto, non sembra vero poter osare tanto eppure mi sono spinta ormai oltre il sogno,oltre il fantastico e l'ho fatto reale, concreto.
Numeri e voci inondano il mio pensiero che stenta a calmare il respiro, annebbiato dal possibile che si tramuta in reale.
Non conoscevo questa felice certezza che non devo a nessuno un dono tanto grande, se non ad un'anima piena di arte, se non ad un uomo pieno di idee, e solo per e con loro, entrambi partecipi di tutto ciò posso inebriarmi di ciò che tutto questo significa.
Non mi importa di trovare le giuste parole, non mi importa di forma e sintassi, voglio solo che questo mio sogno ad occhi aperti si palesi e diventi carne, rumore, odore.Voglio solo poterlo toccare.
Per la prima volta occorre essere fieri di se stessi e gioire di una felicità che non esige prezzo se non altro sudore benvoluto, che non esige lascito se non le stesse cure che fino ad ora gli ho elargito.
per la prima volta il primo grazie va a me stessa, all'aver osato varcare i confini che credevo troppo lontani eppure così irresistibili.
Oggi io respiro una felicità completamente mia.
Oggi io mi lascio inondare da un benessere per cui non mi devo giustificare.
Oggi io verso una lacrima, una soltanto perché possa sentirla tra le dita ed accorgermi che è tangibile tutto questo sognare.
assoluta felicità
inesprimibili
inconfessabili
se non al più intimo
io purpureo
Distillando lacrime
di gioia
abbraccio la notte
che porta
dolcissima attesa
promessa
accennata
profondamente mia.
Non devo che a me stessa
e ad un'anima intrisa di pene
e fantasmi spalmati
su duro intonaco
macchiato d'eterno,
il luccichìo inespresso
che serbo incantata
stupefatta e impastata
di luce caduta e raccolta.
Ma anche ad un sogno
di un uomo
instancato e partecipe
di tanta bellezza.
Spingersi sul baratro
dell'incerto
intingere d'inchiostro
dita di ingenuo
e incolto pensiero
Vibrare sul filo
di scoperte e sussurri
Destino e parvenza
muscoli e ciglia
pelle tesa a sentire
il lamento vicino di un loco
de tierra
Immaginifico sogno
mi culla nel buio
Non è amore
né corpo
né sangue di uomo
ma schivo contorno
di poesia scoperta,
abbracciata.
Respiro un profumo
pensandolo negato
e non mi curo della forma
ma brindo a me stessa.
Ho bisogno stasera di essere felice come solo una felicità che proviene dal proprio io può essere intensa e magnifica.
Sublimi minuti di spasmodica attesa mi hanno ripagata con lettere che prendevano forma come nei miei sogni più irreali,irrazionali e inaspettati.
Mi è stata donata stasera la forza che da tempo cercavo tra le braccia di uomini e bambini, quella che non sapevo potevo trovare solo nel più intimo dei miei pensieri.
Riscopro cosa significa sentir scendere una lacrima di fierezza, non dovuta, non ringraziata.
Attraverso parole che non speravo di poter un giorno leggere mi è stato donato un coraggio che non ha pari,un'intenso esempio di sublime, un lucente dono di impossibile.
Non sembra vero poter sperare tanto, non sembra vero poter osare tanto eppure mi sono spinta ormai oltre il sogno,oltre il fantastico e l'ho fatto reale, concreto.
Numeri e voci inondano il mio pensiero che stenta a calmare il respiro, annebbiato dal possibile che si tramuta in reale.
Non conoscevo questa felice certezza che non devo a nessuno un dono tanto grande, se non ad un'anima piena di arte, se non ad un uomo pieno di idee, e solo per e con loro, entrambi partecipi di tutto ciò posso inebriarmi di ciò che tutto questo significa.
Non mi importa di trovare le giuste parole, non mi importa di forma e sintassi, voglio solo che questo mio sogno ad occhi aperti si palesi e diventi carne, rumore, odore.Voglio solo poterlo toccare.
Per la prima volta occorre essere fieri di se stessi e gioire di una felicità che non esige prezzo se non altro sudore benvoluto, che non esige lascito se non le stesse cure che fino ad ora gli ho elargito.
per la prima volta il primo grazie va a me stessa, all'aver osato varcare i confini che credevo troppo lontani eppure così irresistibili.
Oggi io respiro una felicità completamente mia.
Oggi io mi lascio inondare da un benessere per cui non mi devo giustificare.
Oggi io verso una lacrima, una soltanto perché possa sentirla tra le dita ed accorgermi che è tangibile tutto questo sognare.
giovedì 24 maggio 2012 § 0
Play
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
e sulla tua persona e quando io,
senza capire, ho detto sì.
Hai detto "E' tutto quel che hai di me".
È tutto quel che ho di te.
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
e sulla tua persona e quando io,
senza capire, ho detto sì.
Hai detto "E' tutto quel che hai di me".
È tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
F. De Gregori - Rimmel
lunedì 21 maggio 2012 § 0
....
Rivolta
Mi hai reso qualcosa d’ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
Alda Merini
da La Terra Santa
Rivolta
Mi hai reso qualcosa d’ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
Alda Merini
da La Terra Santa
martedì 15 maggio 2012 § 0
Nomi,volti
troppi
scossa a sussulti
tra
immagini a intermittenza
fotogrammi di tempi inespressi
e delusioni mal celate
abbastanza da stendere mani
aperte
su su piaghe lenite
Che senso può avere
scrutare
un lembo di cielo
inatteso
cieco
moribondo
plastificando rotte legate da corde
troppo sottili
perchè prendano consistenza
sussulti annacquati
in zolle di zucchero marcio
e ormai polvere.
Rami e spine
lambiscono le rughe
malmesse di un corpo incolore
gelidi cumuli
di fuochi arrochiti
da canti già spenti
rime velate
su scorci d'istanti.
venerdì 11 maggio 2012 § 0
A me stessa
Play
Fleetwood Mac - Songbird
For you, there'll be no more crying,
For you, the sun will be shining,
And I feel that when I'm with you,
It's alright, I know it's right
To you, I'll give the world
to you, I'll never be cold
'Cause I feel that when I'm with you,
It's alright, I know it's right
And the songbirds are singing,
Like they know the score,
And I love you, I love you, I love you,
Like never before
And I wish you all the love in the world,
But most of all, I wish it from myself
And the songbirds keep singing,
Like they know the score,
And I love you, I love you, I love you,
Like never before, like never before
Play
Fleetwood Mac - Songbird
For you, there'll be no more crying,
For you, the sun will be shining,
And I feel that when I'm with you,
It's alright, I know it's right
To you, I'll give the world
to you, I'll never be cold
'Cause I feel that when I'm with you,
It's alright, I know it's right
And the songbirds are singing,
Like they know the score,
And I love you, I love you, I love you,
Like never before
And I wish you all the love in the world,
But most of all, I wish it from myself
And the songbirds keep singing,
Like they know the score,
And I love you, I love you, I love you,
Like never before, like never before
giovedì 3 maggio 2012 § 0
Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo è voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora
Vecchioni
Vecchioni
Canzone per Alda Merini
lunedì 30 aprile 2012 § 0
" Rivoglio le mie ali nere
il mio mantello
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
il mio modo di morire sano e salvo
dove m'attacco
il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
quello che non c'è
Curo le foglie
saranno forti
se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
..ed ecco arriva l'alba
so che è qui per me
Meraviglioso come a volte
ciò che sembra non E'. "
di cotone traslucido
rifletto un limpido benestare
che non mi appartiene
incasso e scelgo
il tiro
e non mi curo
se non ho che da perdere
un fugace morso indolore
se non ho da interrompere
un flusso di incostante veleno
d'ambra e d'oro nero
Non conosco che indagini
Non conosco che indagini
insensibili
nell'aria afosa di pomeriggi mossi dal mio vento
assoluto e dolente
Non rispetto che un solo logoro
interesse
Amando un sorso di inquietudine
incurantemente assecondata
raspata
ascesa.
Acuminate lettere
Acuminate lettere
ingannano
fragori sospettati
eppure mai avvenuti.
Incavi su cui non mi cullerò
pelle su cui mi stenderò
rami da avvolgere al tuo
nudo collo
improbabile saltimbanco
districato
e
solo.
sabato 7 aprile 2012 § 0
Ma come un'aquila può
diventare aquilone
che sia legata oppure no
non sarà mai di cartone no
cosa son io non so
ma un'auto che va
basta già a farmi chiedere se
diventare aquilone
che sia legata oppure no
non sarà mai di cartone no
cosa son io non so
ma un'auto che va
basta già a farmi chiedere se
io vivo
Il fiume va sa dove andare
guardo più in là in cerca d'amore
un'automobile corre non ci son nuove terre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo nel quale mi confondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
guardo più in là in cerca d'amore
un'automobile corre non ci son nuove terre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo nel quale mi confondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
un'auto che va basta già a farmi chiedere se
io vivo
Lucio Battisti
Lucio Battisti
.
sabato 31 marzo 2012 § 0
Ho cercato di allontanare ogni
fradicio barlume
di te
Ho riassettato ponti di lacrime non versate
e immaginato
te e i tuoi mille
giochi d'ombra
nelle mie notti di sonno innocuo
e intelaiato
parole e mistiche reazioni
al tocco ingordo e timido
dei tuoi istinti sublimi.
Ti nascondo dentro a
sogni indefiniti e limpidi
Mi intenerisco entro
fotogrammi madidi
di ciò che siamo
e che non saremo mai
Rumori entro cascate di ottone
e ferro
scricchiolii di farneticanti
voci andaluse
Intensi chiarori
di Novembre
rompono indugi inadatti e inopportuni
Rami e legacci
simboli e impegni
su squilli indecenti e indagini lontane
Sussurri su squame forate d'incenso
e scandali sottesi,sussurrati e flebili
Racconto di te nei giorni di buio
innaturale
gesto di sottomissione
e croce su un muro dismesso e
colorato
intriso di un tocco raggelato
in un tempo su cui
ondeggiano
miracolosi fuochi.
mercoledì 15 febbraio 2012 § 0
Sto cercando un raggio
che possa intaccare un modo
intenso di gestire amabili istanti
intravedo lucide gocce ricamarti
annaspo in cerca di perché che non avrò
Sto cercando il modo di innamorarmi
senza ferirti
di tenerti ancora in me
e di non toccarti
osservarti non vista
ascoltarti in sordina
Le stesse paure e gli stessi
incerti se
Due angoli
diversi di vite
che ho bisogno di intrecciare
senza incrociare gli argini
fragili di un cuore intriso di poesia
Vorrei solo non scioglierti
non graffiarti
dei miei sussulti
non incidermi sui tuoi occhi
proteggere questo tuo
luminoso passo.
.
.
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