mattini piagati al sapore di assenzio
ma scorre, seguendo
il vecchio bugiardo
e scortica l'ansiosa
vergogna di un ramo scalfito
sputando fragori e rimpianti
sputando fragori e rimpianti
se scivola incauto su
meschini chiarori d'alloro
cuciti, annebbiati, ridenti vaneggi
cuciti, annebbiati, ridenti vaneggi
e aspetta, corrotto
la sua venere morta
ma scorre, seguendo
eclissi d'incanto,
lo sguardo bambino
accucciato
su morbide dune macchiate
da gracili assenzi, non nuoce
il silenzio di un fermo grigiore
incolume
scopre incroci in divenire
scopre incroci in divenire
Rompe il gesto
un uomo fatto
sdrucito, assolto
audace fantoccio
e ristagna
arioso il suo ansimare.
e ristagna
arioso il suo ansimare.